Campi estivi, implicazioni dopo la riforma dello sport

Organizzare un campo estivo in una Associazione sportiva dilettantistica è una attività ormai molto frequente per varie ASD/SSD. Approfondiamo in un articolo del blog di Asso360 come poter organizzare un campo estivo per soci, associati o tesserati.

Il campo estivo per ragazzi è un’attività molto diffusa con la fine del periodo scolastico. Vediamo molti camp per attività sportive quale il tennis, il calcio la pallavolo e molto altro. Queste attività possono essere considerate “attività sportive” classiche che danno la stessa possibilità al genitore di detrarre dalle imposte una parte di questa spesa. Vediamo quali consigli possiamo dare al riguardo.

Come gestire il campo estivo dal punto di vista fiscale: occhio alla decommercializzazione.

Occorre prestare attenzione alla corretta gestione fiscale degli importi incassati dalle Associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte al Registro dello Sport per un corretto inquadramento commerciale o istituzionale.

Inquadrare una quota pagata al campo estivo come istituzionale (corrispettivi specifici) offre alla ASD/SSD un notevole vantaggio poiché non sarà imponibile IRES ne IVA.

Per poter essere considerata pertanto una quota decommercializzata per l’associazione, occorre valutare quanto di seguito:

• sono considerate quote istituzionali se si rivolgono a soci di una ASD oppure tesserati a Enti di promozione sportiva o federazione;
• le discipline sportive del campo estivo dovranno essere quelle stabilite dallo statuto sociale dell’asd/ssd;
• la somministrazione di alimenti e bevande è sempre di natura commerciale come pure ribadito più volte dall’agenzia delle entrate;
• attenzione a praticare sconti, detta pratica è considerata una logica “imprenditoriale” invece di non profit e in taluni casi comporta il recupero dal punto di vista iva e Ires;

La retribuzione dei collaboratori

Per quanto concerne la remunerazione dei collaboratori sportivi (lavoratori sportivi con la nuova riforma) dobbiamo porre attenzione sulla sottoscrizione del contratto di collaborazione del co.co.co. sportivo poiché ad esempio l’istruttore impiegato nel camp dovrebbe avere abilitazione per ogni singola disciplina sportiva, infatti taluni istruttori vengono solitamente impiegati nelle asd/ssd in varie discipline sportive, tuttavia questo non è corretto in quanto

Orario di lavoro sportivo: si ricorda poi che i contratti di collaborazione sportiva non possono avere durata superiore alla 24 ore settimanali mentre le giornate ai vari camp estivi sono spesso molto intense (es. 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana).

Qualora ci fosse tale circostanza si rende necessaria l’integrazione al lavoro sportivo del contratto di lavoro autonomo o subordinato.

Somministrazione di alimenti e bevande, come viene gestita ai fini delle imposte?

L’attività di somministrazione di alimenti e bevande (ristorazione) è considerata commerciale, anche se rivolta a soci o tesserati non può rientrare in alcun modo tra le finalità istituzionali dell’ente sportivo.

Tuttavia tali somme potrebbero essere trattate in regime forfettario l. 398/1991 come indicato dalla famosa circolare n. 18/E dell’agenzia delle entrate e poter beneficiare delle agevolazioni a questa riservate ad esempio queste sono dispensate dalla memorizzazione delle somme con il registratore fiscale. Infatti gli incassi sono esonerati dall’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, per cui sarà sufficiente annotare i corrispettivi nel prospetto riepilogativo IVA di cui alla l. 662/1996 (registro iva minori).