Riforma dello Sport: c’è la proroga al 2024. Ancora una volta vengono rinviati i termini per l’adozione delle norme su vincolo sportivo e contributi obbligatori.
Il Decreto Sostegni in sede di conversione ha prorogato le norme che riguardano lo sport. Lo slittamento tra l’altro non è di poco conto, si passa dall’entrata in vigore dal 1 luglio 2022 al 31 dicembre del 2023. Vincono le federazioni, perdono i sindacati degli atleti.
Un emendamento ha rinviato in pratica l’entrata in vigore della riforma dello Sport dell’ex ministro Spadafora al 2024/25. Se a festeggiare sono Federazioni, Associazioni e Società sportive, sicuramente non sono dello stessa avviso i sindacati degli atleti. Infatti la riforma dello sport contiene alcune norme volute dai sindacati degli sportivi a tutela degli stessi poiché molto spesso “scoperti” da ogni forma di previdenza sociale.
Abbiamo visto proprio in questa fase dell’emergenza sanitaria come molte collaborazioni sportive non hanno potuto far ricorso a “cassa integrazione” poiché non sono lavoratori tuttavia hanno le stesse esigenze di un lavoratore ordinario.
Slitta anche la norma tanto discussa sul “vincolo sportivo”.
Slitteranno quindi la tanto discussa cancellazione del vincolo sportivo e l’introduzione della contribuzione obbligatoria per i lavoratori sportivi con compensi superiori ai 10mila euro, ovvero i due argomenti più spinosi per l’impatto che avrebbero potuto avere sulle società sportive. Se la riforma andrà a regime dal primo gennaio 2024, entrambi i punti verrebbero applicati, come detto, quasi sicuramente soltanto a partire dalla stagione successiva (2024-25). Il testo già approvato in Senati passerà quindi alla Camera, ma a quanto pare si dovrebbe trattare di una semplice formalità.
Cosa resta della riforma dello sport?
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