Funzionario agenzia entrate arrestato per corruzione
Un funzionario dell’Agenzia delle Entrate è stato arrestato per corruzione e un imprenditore è stato interdetto nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza di Pordenone coordinata dal Procuratore della Repubblica, Raffaele Tito.
Il pubblico funzionario, che è stato posto ai domiciliari, è accusato, sulla base di gravi indizi, di aver riferito in più occasioni all’imprenditore informazioni riservate cui aveva accesso in ragione del proprio ufficio, ricevendo in cambio utilità personali; l’imprenditore avrebbe fatto uso di tali delicate informazioni nelle scelte gestionali della sua attività. Il funzionario pubblico, inoltre, è gravemente indiziato di aver indotto un secondo imprenditore, nel corso di una verifica fiscale, a sponsorizzare con ventimila euro un’associazione sportiva dilettantistica dell’avianese, nella quale il dipendente pubblico stesso riveste ruoli direttivi.
Le indagini della Guardia di finanza coinvolgerebbero altre persone. Sono in corso ulteriori perquisizioni nei confronti di un secondo funzionario dell’Agenzia delle entrate della città e di alcuni imprenditori, anch’essi indagati per corruzione. Le indagini proseguiranno per individuare ulteriori persone coinvolte nei reati o vittime di concussione.
Nei confronti del funzionario arrestato, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone ha disposto anche il sequestro per equivalente della somma che ha costituito il profitto del reato. La misura cautelare è scattata perché l’uomo si era accorto delle indagini e si stava attivando per sviare gli investigatori e nascondere le prove, spingendo gli imprenditori coinvolti a dare agli inquirenti versioni di comodo, da lui stesso proposte, dei fatti avvenuti.
L’imprenditore si è presentato spontaneamente in Procura
Nel caso del secondo imprenditore coinvolto hanno assunto grande importanza le dichiarazioni da questo stesso rilasciate: l’uomo si è spontaneamente presentato in Procura per rivelare quanto avvenuto.
Per questa ragione potrà fruire, con ogni probabilità – primo caso a livello provinciale , della causa di non punibilità introdotta dalla «legge spazzacorrotti» che tutela chi, pure avendo avuto parte in episodi corruttivi o similari, decida di denunciare i fatti, a patto che ciò avvenga prima di sapere di essere coinvolto nelle indagini.
Da quanto si è appreso, l’indagine che ha portato all’arresto, condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone, guidata dal colonnello Stefano Commentucci, è scaturita da una segnalazione della stessa Agenzia delle Entrate su uno dei due dipendenti coinvolti, per la quale le Fiamme Gialle hanno condotto articolate e complesse verifiche tecniche.
Circa l’associazione sportiva dilettantistica coinvolta, si tratta dell’«Asd Calcio Aviano» che nelle scorse settimane era stata oggetto di attenzione da parte della Guardia di finanza: la compagine milita nel campionato di Prima categoria del Friuli Venezia Giulia.
Su delega della Procura della Repubblica di Pordenone sono in corso ulteriori accertamenti per meglio chiarire i contorni oggettivi e soggettivi della vicenda: sviluppi potrebbero esserci nelle prossime settimane. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone ha disposto anche, nei confronti del pubblico funzionario posto ai domiciliari, il sequestro per equivalente della somma che ha costituito il profitto del reato.
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