
Il Terzo Settore e la Riforma Fiscale: Cosa Cambia dal 2026
Dopo otto anni dall’approvazione della riforma del Terzo Settore, arriva il via libera alle norme fiscali. La Commissione Europea ha confermato, con una comfort letter della Direzione Generale Concorrenza, la compatibilità di tali norme con la regolamentazione sugli aiuti di Stato. Questo rappresenta un passo fondamentale per l’operatività della riforma, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2026.
Le principali novità della riforma fiscale
La normativa introduce numerosi cambiamenti, tra cui:
- Nuova definizione della natura commerciale/non commerciale degli enti: si farà riferimento all’articolo 79 del Codice del Terzo Settore (CTS) anziché all’articolo 149 del TUIR. Questo implica un’analisi più specifica delle Attività di Interesse Generale e della natura dell’ente nel suo complesso.
- Eliminazione del regime fiscale forfettario per gli ETS non iscritti al RUNTS: le associazioni che non rientrano nel Terzo Settore non potranno più avvalersi del regime forfettario previsto dalla Legge n. 398/1991, che resterà disponibile solo per le ASD e SSD non iscritte al Registro Unico del Terzo Settore.
- Introduzione di due nuovi regimi forfettari:
- Per le Organizzazioni di Volontariato (OdV) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS) con entrate inferiori a 130.000 euro (articolo 86 CTS);
- Per gli ETS non commerciali (articolo 80 Codice del terzo settore).
- Abolizione della disciplina sulle Onlus: gli enti con questa qualifica dovranno iscriversi al RUNTS entro il 31 marzo 2026, pena l’obbligo di devolvere il patrimonio accumulato a un’altra Onlus.
- Fine della defiscalizzazione per alcune associazioni: le associazioni culturali e di formazione extrascolastica non potranno più beneficiare della defiscalizzazione dei corrispettivi specifici pagati dagli associati per le attività dell’ente. Tale agevolazione sarà riservata solo alle APS iscritte al RUNTS.
- Agevolazioni fiscali per le imprese sociali: l’articolo 18 del D.lgs 112/2017 prevede che gli utili destinati ad attività statutarie o all’incremento del patrimonio, se iscritti a riserva, siano esentati dalla tassazione.
Cosa significa per le associazioni del Terzo Settore?
Queste modifiche rappresentano un’importante evoluzione per il panorama del Terzo Settore, ma comportano anche la necessità di adeguarsi alle nuove disposizioni. Gli enti devono quindi prepararsi per:
- Verificare la propria posizione fiscale e il regime di appartenenza;
- Valutare l’iscrizione al RUNTS per non perdere agevolazioni fiscali;
- Analizzare l’impatto delle nuove disposizioni sulle proprie attività e risorse.
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