PNRR: oltre 11 miliardi per il Terzo settore.
Il PNRR apre un nuovo capitolo per il Terzo settore. Oltre 11 miliardi è il plafond previsto per la “missione 5” sul Terzo Settore.
Il terzo settore è incluso nelle missioni 5 e 6 del PNRR tuttavia vi sono vari ambiti in cui troviamo il coinvolgimento del non profit. Vediamo una sintesi degli interventi.
Terzo settore, l’entità dei fondi del PNRR
Il Recovery Plan è articolato in “missioni”, e sono in particolare la Missione 5 (Sociale) e la 6 (Salute) quelle che toccano da vicino il Terzo Settore.
In particolare, alla Missione 5 saranno complessivamente destinati 22,4 miliardi di euro. Di cui 19,8 miliardi provenienti dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo Complementare.
Le 3 componenti della missione PNRR per il Terzo Settore
La missione si esplicita in tre componenti che rispondono alle raccomandazioni della Commissione europea che saranno accompagnate da una serie di riforme che sostengono e completano l’attuazione degli investimenti:
- Politiche per il lavoro
- Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore
- Interventi speciali per la coesione territoriale
Alla Missione 6 il PNRR destina 15,63 miliardi di euro.
Di questi fondi, 1,45 miliardi saranno destinati a Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale. E 9,02 miliardi a Rigenerazione urbana e housing sociale. I progetti della Missione Sociale saranno coordinati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e realizzati dai Comuni singoli o dagli Ambiti.
Il piano fa poi riferimento alla necessità di integrazione sociosanitaria con i Servizi sociali e alle Case di Comunità: a questo sono dedicati 2 miliardi di euro. Citata anche l’assistenza domiciliare (4 miliardi) e 1 miliardo è dedicato agli Ospedali di Comunità.
La sinergia tra Terzo settore e PA
Per utilizzare al meglio i fondi e realizzare concretamente gli obiettivi che il PNRR pone, gli enti pubblici dovranno agire in sinergia con le associazioni del Terzo settore e con i privati. Solo attuando una sinergia e un reciproco scambio di competenze ed esperienze sarà possibile realizzare una riforma organica del Terzo settore. Che includa il rinnovamento delle politiche attive del lavoro, il rafforzamento del ruolo strategico dei centri per l’impiego e dei servizi socio-sanitari in un’ottica integrata. E che possa realmente promuovere progetti di inclusione sociale e rigenerazione urbana, soprattutto nelle zone più svantaggiate del Paese.
L’efficacia degli interventi sociali dipenderà dalla capacità di co-costruire progetti ben fatti in tavoli tra funzionari pubblici, politici locali, esperti e organizzazioni del Terzo settore.
Il mondo del volontariato e della cooperazione dovrà essere non un mero “esecutore” di progetti creati da altri, ma protagonista del cambiamento insieme alla Pubblica Amministrazione.
Le priorità: donne, giovani e Sud
All’interno di questa strategia complessiva sono presenti tre priorità trasversali a tutte le componenti del PNRR. E cioè il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e e lo sviluppo del Mezzogiorno.
Ad esempio, le donne sono state messe a dura prova dal periodo pandemico, sono state le prime a subire i tagli occupazionali, oltre a essere vittime di violenze domestiche. Il PNRR vuole quindi essere occasione per garantire, con opera integratrice del Terzo settore, la parità di accesso al lavoro, alle cure sanitarie, alle discipline Stem.
Per i giovani sono previste detrazioni fiscali ed è sostenuto il Servizio civile universale come servizio alla comunità e come crescita personale, investendo risorse su base pluriennale.
Per quanto riguarda il Mezzogiorno, il PNRR costituisce un’occasione per la ripresa: tra il 2008 e il 2018 la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi. Il PNRR vuole invertire questa tendenza.
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